Dal potere come sostantivo al potere come verbo
Guardo il mondo fuori e mi accorgo che sta cambiando mentre la mia chitarra piange dolcemente
Mentre ti scrivevo questa mail, è successa una cosa un po’ buffa: mi è arrivato un whatsapp con un link allo stesso video di cui stavo riascoltando alcuni passaggi per raccontartene qualcosina, provare a restituirtene la bellezza.
Nel messaggio che ho ricevuto c’erano poche parole in accompagnamento al video, che riflettevano la stessa sensazione che ho provato io: la sensazione di aver ascoltato un intervento che con coraggio e grazia dà alle cose dei nomi precisi che vogliono illuminare, nel senso di un disvelamento ma anche proprio di un dare luce dove ce n’è bisogno, e che cerca alternative che vadano verso la vita lungo una strada piena di orrore.
Quindi, qui c’è il video che siamo almeno in due a star cercando di far ascoltare a quante più persone possibile:
Francesca Albanese è Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati, sanzionata dal governo USA in risposta alla pubblicazione del rapporto From Economy of Occupation to Economy of Genocide che analizza l’evoluzione dell’occupazione israeliana in Palestina: occupazione sostenuta da un nutrito apparato che ha le radici in Occidente e ha fatto sì che si raggiungesse uno stato di “economia del genocidio” in cui sofferenza e morte di migliaia di persone palestinesi sono il prezzo da pagare per gli interessi economici in diversi settori, che ci riguardano anche molto da vicino.
Se vai vedendo, nessuna guerra, nessuna ingiustizia è poi così lontana. Il mondo quest’è, e magari scopri che il posto sfizioso dove ti fanno il caffè, l’università a cui versi rette altissime, il motore di ricerca che utilizzi appoggia e investe finanziariamente in un genocidio.
Cosa fare di questa informazione è una tua questione privata; intanto, è fondamentale che si sappia, e Albanese ha lasciato una traccia preziosissima per cui paga e pagherà.
Ogni cosa che fai è politica, anche andare a mangiarti un panino con gli amici, se sai i tuoi soldi in mano a chi vanno. Ma le tue scelte sono fatti tuoi, non te ne renderò conto.
Quello che volevo proprio fare era mandarti questo video, dove una cosa lontana come il potere, da sostantivo, diventa verbo, che da solo non funziona e ha bisogno di un’azione per detonare. Diventa poter fare, verbo di rivelazione,
“Non un traguardo da raggiungere, ma un punto da cui partire. Non qualcosa che si conquista, ma che si genera. Una luce interiore, da alimentare per trasformare ciò che ci circonda. Il potere si fa qualcosa di intimo, personale, non alza muri ma tende le mani, è rigenerazione che non vive da sola, si appoggia e si intreccia al potere degli altri. (…) Noi siamo potere in movimento che si cerca e ci unisce, e ci permette di vedere e vederci. Tutti assieme, con quel potere, siamo capaci di produrre il cambiamento che è necessario. Perché soli possiamo vacillare, ma insieme possiamo illuminare. E, se una candela da sola si spegne a un alito di bimbo, mille candele fanno un incendio”.
E quello di accendere luci e riconoscere quelle degli altri è un esercizio quotidiano, la scelta che facciamo ogni giorno perché qualcosa, anche di minuscolo, lasci una traccia.
E allora, fazzoletto in mano, scerea e prea, anzi, scerea e conta: ti suggerisco un gesto d’amore, un gioco per abbassare per un attimo le fiamme del Purgatorio che abitiamo. E poi mi piacerebbe che mi raccontassi com’è andata.
Ma sai che a me è venuta un sacco di voglia di leggere Quando il mondo dorme di Francesca Albanese?
Se ti va, il giochino a sto giro è che facciamo questa cosa tipo gruppo di lettura, ce lo leggiamo insieme e ne parliamo. Non per la prossima volta, ovviamente; diciamo che ci diamo appuntamento al 18 agosto e intanto, se lo leggi pure tu, tutto o anche solo un pezzettino, e ti va di chiacchierare un po’, mi puoi scrivere lasciando un commento qua sotto oppure in privato rispondendo a questa mail.
Ah, ti volevo pure raccontare che mi è arrivata una certa testimonianza che potresti trovare l’eco del gioco della volta scorsa in erboristeria. Così mi evito l’autocelebrazione di com’è andata a me e lascio spazio qui a chi gioca, che bello.
Abbi cura di te e del tuo potere inteso come poter trasformare,
Sabrina
Ps: il sottotitolo di questa mail è gentilmente offerto dai Beatles. Ascolti qui sotto While my guitar gently weeps: